Come si deve procedere, nella forma corretta, per poter richiedere la “concimazione” del terreno posto a inumazione che non consente il normale processo di mineralizzazione?
Comune di Arcola (SP)
La redazione says:
I resti mortali sepolti possono non mineralizzare per:
1) terreno non adatto
1.A) per granulometria
1.B) per ambiente batteriologico e chimico inadatto
2) falda troppo alta o drenaggi inadeguati
3) eccessiva copertura della superficie con lapidi o impermeabilizzazione del terreno
4) uso di diserbanti
5) modalità di sepoltura e gestione non corrette
1) terreno non adatto
Per una trattazione generale si veda Mineralizzazione dei cadaveri e terreni per campi di inumazione
Un buon terreno agricolo è il terreno migliore.
1.A) terreno non adatto per granulometria
Il terreno deve essere in grado di assicurare una adeguata percolazione delle acque meteoriche; in genere basta che non sia eccessivamente argilloso, ma in ogni caso il terreno ideale dovrebbe avere un fuso granulometrico come previsto in Mineralizzazione dei cadaveri e terreni per campi di inumazione, ma è accettabile anche terreno simile, purchè percolante. In pratica: la sabbia favorisce l’ossigenazione, necessaria al processo di mineralizzazione, l’argilla la inibisce.
E’ possibile provvedere alla caratterizzazione del terreno sulla base di un campione di terra o sulla base di due o tre campionature del terreno stesso prese su punti diversi (se l’area fosse ampia) oppure su quote (profondità diverse ad es. una a piano di campagna ed una in profondità ad almeno un metro dal piano medio di campagna). Sulla base dei risultati si potrà poi procedere alla eventuale “correzione” del terreno stesso.
Il costo dell’analisi di “caratterizzazione dei suoli” costa mediamente tra €. 150/230 oltre l’iva e viene svolta generalmente dai laboratori presso i quali sono inviati (ad esempio) le campionature dei materiali per l’edilizia (ferro, calcestruzzo, malte, polveri, ecc.) ed il tempo medio di risposta è di circa una settimana.
1.B) terreno non adatto per ambiente batteriologico e chimico inadatto
Attorno alla cassa si forma un sottile strato di nitrati ed altri elementi chimici derivanti dal processo di putrefazione che esaurisce nel tempo la capacità biologica del terreno a mineralizzare i resti. Per evitare questo si vedano le modalità di gestione di cui al punto 5)
2) falda troppo alta o drenaggi inadeguati
La falda deve essere più profonda di 50 cm rispetto alla quota di posa della cassa, tenendo presente che c’è una variazione stagionale e vi potrebbero essere delle “lenti” derivanti da situazioni locali, quali muretti che impediscono il deflusso.
Si misura con un piezometro realizzato con un pozzetto scavato fino a 2 – 3 metri di profondità e una sonda; procedura che conviene far fare da un geologo o agronomo (associato ad uno scavatore) che fornirà anche la relazione.
Importante verificare che non vi siano situazioni locali che fanno ristagnare le acque meteoriche, quali ad esempio la pessima abitudine di far defluire sui campi le piogge delle aree costruite (coperture, pavimentazioni, vialetti, ecc.) invece che drenarle con caditoie e condotte.
In caso di falda troppo alta bisogna rialzare la quota dei campi di inumazione con buon terreno agricolo, e/o inumare a 1,50 anzichè 2,00 m (circolari ministero della sanità/salute, una del 1993 e l’altra del 1998) con ordinanza del sindaco, sentita l’ASL, in modo da mantenere il franco di 50 cm.
3) eccessiva copertura della superficie con lapidi o impermeabilizzazione del terreno
Questo impedisce alle acque meteoriche di percolare, azione indispensabile per la mineralizzaziomne. Bisogna agire sul regolamento di polizia mortuaria impedendo l’eccessiva copertura delle sepolture a terra, imponendo ad esempio un limite alla percentuale coperta da lapidi orizzontali, o vietandole del tutto. Bisognerebbe imparare dai cimiteri all’americana, con sole lapidi verticali e superficie erbata, che fra l’altro contribuisce alla rigenerazione dei campi (vedi punto 5), ed inoltre usare per i vialetti superfici drenanti tipo calcestre al posto delle superfici impermeabili.
4) uso di diserbanti
Alcune Regioni ne hanno già vietato l’uso nei cimiteri; impediscono alla flora batterico enzimatica di sviluppare e quindi contrastano la mineralizzazione. Impedirne assolutamente l’uso.
5) modalità di sepoltura e gestione non corrette
Un campo di inumazione si autorigenera se si seguono due semplici regole:
a) bisogna rivoltare il terreno per ossigenarlo: quando si reinterra bisogna mettere il terreno che stava nella parte superiore della fossa in fondo alla nuova fossa e viceversa.
b) dopo una campagna di esumazione, il campo, che è stato scavato, deve essere lasciato riposare almeno un anno, meglio se vi crescono erbacce o si semina, visto che le radici contribuiscono alla rigenerazione.
SINTESI
Per migliorare la mineralizzazione dei resti mortali si può fare di tutto fuorchè una concimazione.