Fin dal 1960 mio padre è stato concessionario di una licenza cimiteriale ed ha costruito 4 loculi. I loculi sono occupati dai suoi genitori, lui stesso e la moglie. Io e mio fratello siamo aventi diritto di discendenza nella concessione per cui potremo utilizzare (il più tardi possibile!!) i loculi per noi stessi, previa riduzione delle salme ivi sepolte. Poichè sono ancora viventi due sorelle di mio padre, esse possono vantare qualche diritto su questi loculi? Ed eventualmente come possiamo tutelarci?
Privato
La redazione says:
Lo jus sepulchri fra i parenti del fondatore del sepolcro prevede che fra gli aventi diritto, gli interessati vengano sepolti per ordine di premorienza, ovvero il primo che muore per primo viene sepolto, indipendentemente dal grado di parentela.
Poiché in questo caso i loculi sono occupati, per la movimentazione dei resti ci deve essere unanimità fra tutti i pari diritto di grado più vicino al fondatore.
Ovvero, in questo caso, se si vuole ridurre, estumulare, cremare i resti attualmente occupanti i loculi, bisogna che tutti gli aventi pari diritti di primo grado (figli del fondatore) siano d’accordo. Le sorelle sono di secondo grado.
In mancanza di accordo, chi primo muore fra aventi diritto e discendenti degli stessi (e poi i successivi) ha diritto di utilizzare il loculo ma senza movimentare i resti esistenti, ovvero vi può essere collocato solo sotto forma di ceneri in urna cineraria, o resti ossei in cassetta, senza che nessuno possa opporsi. Ovviamente i resti ossei solo dopo la mineralizzazione, tipo dopo 10 anni di inumazione, il che sembra poco attuabile.
Vedi anche quesito:” Jus sepulchri – caso di disaccordo fra discendenti ”
Per i gradi di parentela, vedi risposta completa al quesito “Rinnovo concessione”.
Se c’è l’accordo, se ne può fare di tutti i tipi; ad esempio che i resti attualmente collocati nei loculi siano ridotti in cenere, o estumulati e, previa mineralizzazione, reintrodotti nei loculi in urne o cassette, lasciando spazio per i feretri.