il D.P.R. 285/1990 all’art.75 recita che si puo’ inumare lo zinco per salme provenienti dall’estero una volta applicati tagli sulla cassa metallica. La ASL di competenza invece ha negato l’autorizzazione per due motivi:
a. lo zinco a terra sarebbe inquinante.
b. l’apertura della cassa è da negare per l’intenso e attivo fenomeno di putrefazione a quasi due mesi dal decesso.
Chi ha ragione?
Comune di Forte dei Marmi (LU)
La redazione says:
La sepoltura va eseguita, se non vi sono le condizioni eccezionali di cui al punto b) del comma 1 dell’art. 84 del DPR 285/90, aprendo la cassa, aprendo dei fori nella cassa in zinco ex art. 75 comma 2 (in genere si asporta il coperchio) e ricomponendo il cadavere nella originaria bara lignea (se idonea all’inumazione), magari utilizzando un lenzuolino in “mater b” e dell’idoneo materiale assorbente, oggi tutto reperibile facilmente presso vari produttori (Ceabis, Argema, ecc.) anche tramite internet.
Come sempre esistono diverse interpretazioni della normativa, ma a nostro avviso questa procedura è possibile in quanto la normativa in campo cimiteriale è antecedente e prevalente essendo oltretutto specifica in materia di igiene, e tiene conto di una situazione anche operativa particolare e peraltro è una prassi largamente diffusa.
Per quanto riguarda le obbiezioni sulle condizioni igieniche dell’operazione nel caso di defunti da pochi mesi, sono le stesse che si ritrovano nel caso di estumulazioni ordinate dall’autorità giudiziaria nelle stesse condizioni, per cui se si possono fare in quel casi non si vede perchè non si possano eseguire in questo.
Per quanto riguarda le condizioni in cui operare, valgono le prescrizioni contenute nel D.lgs 81/2008, riguardo:
a) l’ambiente in cui eseguirete tale operazione (si suggerisce la camera mortuaria del Vs. cimitero),
b) le dotazioni personali, i cosiddetti DPI, che Vi consentiranno di operare in sicurezza, e le attrezzature (utensili ed elettroutensili), per le quali occorre avere preparazione al loro corretto impiego.
Quindi la squadra di operai che eseguirà tale lavoro (2 persone almeno), dovrà essere stata formata sia ai sensi della sicurezza che sotto l’aspetto operativo.
Ricordiamo che la formazione del personale non è solo importante ma è fondamentale, ed i corsi formativi specifici per tale settore, sono svolti almeno annualmente nella zona Emilia Romagna – Toscana – Veneto (e Lombardia), da alcune Società che operano nel campo cimiteriale da anni.
Per completezza della risposta si rimanda all’ Approfondimento